Carissimi pazienti,
in questi giorni difficili, sono, anche se a distanza, vicino a voi.
Questo virus ha fermato buona parte del mondo, causando purtroppo la perdita di molte vite umane e mettendo a dura prova noi stessi, la nostra società e il nostro sistema sanitario.
Nonostante le innumerevoli difficoltà, spero che voi e vostri cari stiate bene e che ognuno di noi possa aver modo di pensare o stare vicino, laddove possibile, ai propri affetti; ma possa anche ricordarsi del valore della vita stessa e di tutte quelle cose importanti ed essenziali di cui troppo spesso, credo, nella nostra società ci accorgiamo soltanto quando vengono a mancare all’improvviso.
Un caro saluto,
il vostro Dott. Claudio Comacchi



La terapia della vitiligine: un approccio proporzionato all’attività clinica della malattia

La vitiligine è una malattia caratterizzata dalla formazione di chiazze ipo-acromiche della cute dovute alla focale scomparsa dei melanociti epidermici.

In base alla modalità di distribuzione e all’estensione delle lesioni vengono distinte le seguenti forme di vitiligine:

Generalizzata (è la forma di più comune osservazione e colpisce bilateralmente più distretti cutanei con caratteristiche di simmetricità).

Acrofaciale (caratterizzata dall’interessamento preminente del volto, soprattutto nelle regioni periorifiziali, e delle estremità più distali degli arti).

Localizzata (colpisce una/due regioni del corpo).

Segmentale (con lesioni confinate ad una metà del volto, del tronco o a un dermatomero).

Seborroica (localizzata principalmente nelle aree seborroiche, in particolare del volto).

 

La vitiligine generalizzata colpisce circa l’1% della popolazione mondiale senza significative differenze di sesso o razza.

La vitiligine generalizzata  è un disordine cutaneo in cui l’ipotesi patogenetica autoimmune è la più accreditata. La reazione immune verso un antigene ancora non univocamente identificato, innesca un processo apoptosico del melanocita che lo conduce alla morte cellulare. L’andamento clinico della vitiligine differisce alquanto dalle comuni malattie autoimmunitarie, sotto il profilo della progressione clinica. Infatti nella vitiligine si assiste  a periodi di peggioramento, periodi di stazionarietà ed addirittura a momenti in cui si ha ripigmentazione anche spontanea, comportamento questo che la assimila in parte alla alopecia areata.

Sia la prima chiazza che i periodi di peggioramento sono spesso indotti da traumi, fisici o relazionali, indotti da farmaci o squilibri ormonali. La progressione può essere delle più varie così come le sedi cutanee colpite, anche se le maggiormente coinvolte dall’inizio risultano essere il volto e le mani.

I periodi di quiescenza possono essere lunghi anche anni mentre i periodi di peggioramento non superano quasi mai pochi mesi (anche senza terapia).



La vitiligine: saperla riconoscere ed affrontare

La vitiligine è sicuramente una malattia complessa ed oggigiorno può costituire, forse molto più che in passato, un problema per chi deve conviverci tutti i giorni nella propria quotidianità specialmente a livello sociale  e relazionale.

Tuttavia chi ne è affetto non deve sentirsi condannato perché è una patologia con la quale, nonostante la sua problematicità, è possibile confrontarsi conseguendo un miglioramento cutaneo e quindi anche della qualità della vita. L’essenziale è procedere con il giusto inquadramento della vitiligine per impostare la migliore scelta terapeutica.

 

Che cosa è in parole semplici la vitiligine?

La vitiligine è una malattia che appartiene ai disordini della pigmentazione cutanea, caratterizzata dalla comparsa sulla cute di chiazze bianche causate dalla scomparsa o disattivazione dei melanociti responsabili in larga parte della produzione di melanina. Generalmente tali chiazze tendono a presentarsi sulle mani, sul volto, sulle aree genitali e i gomiti, ma non ne sono esenti tutte le altre parti del corpo.

 

La vitiligine colpisce sempre nello stesso modo?

No, esistono infatti varie forme di vitiligine. La più comune è quella definita generalizzata, detta anche simmetrica, bilaterale o volgare, che colpisce appunto bilateralmente e in maniera simmetrica più distretti cutanei, come nel caso della comparsa di una chiazza bianca sulla mano destra seguita immediatamente o contemporaneamente dall’insorgere di una medesima macchia sulla mano sinistra.

La vitiligine può essere classificata dunque secondo varie forme:

  • Generalizzata
  • Acrofaciale
  • Localizzata
  • Segmentale
  • Seborroica

Anche l’andamento clinico della vitiligine risulta peculiare in quanto presenta fasi di peggioramento, di stazionarietà e persino di ripigmentazione anche spontanea. Generalmente insorge e peggiora nel periodo primaverile o estivo.

 

Chi può essere colpito dalla vitiligine?

La vitiligine colpisce circa l’1% o il 2% della popolazione, senza differenze di sesso e purtroppo nemmeno di età, perciò anche i bambini possono soffrire di vitiligine. Secondo le statistiche la familiarità incide tra il 10% e il 15%.

 

Che cosa causa la vitiligine?

Potremmo paragonare la vitiligine ad un mosaico antico del quale fino ad oggi siamo stati in grado di recuperare alcuni tasselli, i quali, nonostante non siano tutti, ci permettono comunque di comprendere in parte quale immagine essi vadano a comporre.

Le ricerche compiute ci permettono di formulare tre principali ipotesi patogenetiche della vitiligine:

  • Patogenesi autoimmune.
  • Poiché spesso la vitiligine risulta associata a malattie autoimmuni quali la tiroidite di Hashimoto, la gastrite autoimmune o la celiachia in forme fruste, è considerata nella maggior parte dei casi come risposta autoimmunitaria, nonostante differisca alquanto da questo tipo di malattie per quanto riguarda l’andamento clinico. Ricordiamoci che il nostro “esercito” immunitario sa soltanto attaccare e può colpire persino noi stessi con alcuni “battaglioni” che non risultano, come invece dovrebbero essere, correttamente disattivati o eliminati e tra questi, quelli in grado di danneggiare i melanociti, possono essere lasciati silenti e quindi non disattivati completamente.
    A giocare un ruolo essenziale nel manifestarsi della malattia e quindi dell’attivazione del sistema autoimmunitario sono fattori scatenanti quali stress o traumi psicologici, malattie infettive o virali, disturbi ormonali o traumi cutanei.
  • Patogenesi neurale
    Studi dimostrano che uno squilibrio di produzione di neurotrasmettitori a livello delle terminazioni nervose cutanee può comportare un danno ai melanociti.
  • Patogenesi autocitotossica
    È stato dimostrato che il possibile intervento di un metabolita intermedio nella sintesi della melanina può risultare tossico e quindi danneggiare il melanocita.

 

È possibile prevenire la vitiligine?

È certo che rafforzare il proprio sistema immunitario con prodotti naturali come ad esempio l’echinacea è corretto e di aiuto nella vita quotidiana. Però di fatto non è possibile prevenire la vitiligine ossia impedirne l’insorgenza. Si può piuttosto limitare i danni di questa patologia e consigliare ai pazienti affetti da vitiligine di fare attenzione a non sottoporsi a traumi cutanei come le ustioni solari, le cerette a caldo o i peeling troppo forti se non addirittura di grado medio in fase di attività della vitiligine.

 

Devo temere perciò ogni chiazza bianca sulla pelle?

No, poiché non tutte le chiazze che si presentano sulla cute sono segno di vitiligine. È sempre bene comunque far esaminare le chiazze bianche che compaiono soprattutto se sospette da un dermatologo. Si può comunque trattare di segni dovuti a fotoinvecchiamento cronico oppure di pitiriasi versicolor, il cosiddetto “fungo del mare”.

 

Affrontare la vitiligine è dunque possibile?

Sì, è possibile confrontarsi con essa ed affrontarla. È la stessa malattia del paziente ad indirizzare il medico verso la migliore scelta terapeutica per quel determinato caso.

Le macchie non sono pagine bianche ma un vero e proprio libro scritto che ci permettono di interpretare la patologia e di comprendere la fase nella quale essa si trova, se in attività, se inizia a svilupparsi o in stadio di stabilità o di miglioramento.

Dall’osservazione morfologia delle chiazze noi del GISV abbiamo creato un indice di valutazione dell’attività della vitiligine, VAI, Vitiligo Activity Index, che prende in considerazione quattro aspetti principali delle chiazze:

  • Depigmentazione puntiformePunti depigmentati molto vicini al bordo della chiazza sono indice di allargamento ed espansione della chiazza.
  • Delaminazione del bordo Il passaggio non netto tra la chiazza bianca e la cute sana è segno di peggioramento.
  • StabilitàLe chiazze sono caratterizzate da un bordo piuttosto netto.
  • Ripigmentazione follicolareLa comparsa di zone normo o iperpigmentate in zone limitrofe ai follicoli piliferi è segno di miglioramento.

Sulla base di tali informazioni rilevabili da una attenta analisi delle chiazze è possibile impostare la migliore terapia.

 

Come viene impostata la terapia?

Il dermatologo considera per scegliere l’approccio terapeutico più idoneo:•Lo stato di attivazione della vitiligine grazie alla guida del VAI

L’inquadramento genetico

  • Il tipo di vitiligine e la sua estensione
  • L’età del paziente
  • Il fototipo del paziente
  • La presenza di altre malattie nel paziente e nei familiari
  • La presenza della reazione di Koebner
  • Lo stile di vita e l’alimentazione
  • Il coinvolgimento psicologico

L’alterazione della qualità della vitaUtile può essere la consulenza di altri specialisti soprattutto nel caso in cui la vitiligine si presenti in concomitanza con altre malattie e quindi possono collaborare endocrinologi, psicologi, psichiatri, nutrizionisti ed anche naturopati. Ricordiamoci che la cute fa parte di un individuo nella sua totalità ed in medicina un approccio olistico risulta migliore.

 

Qual è dunque la migliore scelta terapeutica per affrontare la vitiligine?

La terapia va impostata in base al quadro di attività clinica della malattia e quindi risulta essenziale l’indice di attivazione della vitiligine del VAI. Nessuna scelta terapeutica risulta in assoluto la più efficace o quella definitiva, in quanto ogni terapia è idonea solo per alcune fasi dell’evolversi della vitiligine. Il percorso terapeutico è sempre medio-lungo con controlli periodici in studio a distanza generalmente di tre-sei mesi e con protocollo terapeutico da eseguire a casa propria. L’osservazione delle macchie è compiuta sotto la luce di Wood che ci permette di far risaltare le chiazze, anche quelle meno evidenti.

Si eseguono fotografie delle chiazze per osservarle con attenzione e seguire lo sviluppo della malattia. In seguito si procede con:

  • Terapia immunosoppressiva locale o sistemica (solitamente il cortisone o la calcineurina)
    in fase di attività e peggioramento della malattia per bloccare l’espandersi della vitiligine
  • Terapie ripigmentanti come la fototerapia ad UVB a banda stretta generalmente localizzata, in fase di stabilità già presentata dal paziente al momento della visita o ottenuta tramite terapia precedente
  • Terapia integrativa orale antiossidante in associazione alla fototerapia in fase di stabilità e ripigmentazione
  • Terapia topica o sistemica con l’impiego di piperina, una crema a base di pepe nero in grado di stimolare i melanociti, volendo associata alla fototerapia, in fase di stabilità e ripigmentazione

È possibile guarire completamente dalla vitiligine?

La vitiligine è una malattia complessa e non facile da curare. Purtroppo non possiamo promettere miracoli ed è necessario ricordarci che ogni caso è diverso e che bisogna essere pazienti e costanti.Considerato questo, ci sono pazienti che non presentano ricadute anche da dieci anni, spesso perché la vitiligine è stata individuata in uno stadio iniziale e perché hanno avuto la costanza e la perseveranza di sottoporsi alle terapie. Molti presentano notevoli miglioramenti e sono riusciti a controllare l’evoluzione della malattia, grazie ad un protocollo terapeutico adeguato.In caso di altri pazienti si è rivelato più difficile migliorare la condizione cutanea; è certo che è compito del medico continuare a seguirli e da parte del paziente non abbattersi.

Spesso ad ottenere i migliori risultati sono coloro che presentano la vitiligine con una forte componente psicosomatica e quindi comparsa a seguito di un trauma psicologico o di un forte stress. In questo caso i bambini rispondono meglio alle terapie dermatologiche.Inoltre si consideri che ci sono parti del corpo che danno maggiori risultati quali volto, collo e decolté, mentre le falangi delle mani, i piedi e le aree genitali rappresentano zone più ostiche. Il medico deve sempre cercare di migliorare la qualità di vita del paziente e sulla base della mia esperienza ho visto pazienti che, pur con una vitiligine ancora estesa, sono riusciti a migliorare la propria cute sulle mani e sul volto ed essere per questo felici e più sicuri nella propria vita.

Se siete interessati ad una valutazione del vostro quadro clinico e all’impostazione di una terapia contro la vitiligine chiamate il 335 81 99 360 o andate a questa pagina per richiedere un appuntamento e/o valutare le vostre esigenze.



La vitiligine nei bambini può essere valutabile tra lo 0,15 e lo 0,30%.

La presentazione clinica nei bambini è sostanzialmente sovrapponibile a quella dell’adulto, con lesioni bianco-latte ben circoscritte, asintomatiche, a bordi caratteristicamente festonati.

La vitiligine di solito si manifesta difficilmente prima del secondo anno di età anche se sono stati descritti casi neonatali.

La vitiligine nei bambini sembra colpire più le femmine che rappresentano il 57-69% del totale a secondo dei vari lavori.

Varietà cliniche

Le forme più frequenti di vitiligine nei bambini sono rappresentate da quadri clinici non segmentari e da una varietà segmentaria. Varietà rarissime di vitiligine in età pediatrica sono rappresentate dalla vitiligine chimica e dalla vitiligine dopo  sospensione di alcuni farmaci come la clorochina e la clofazimina.

1. Vitiligine non segmentaria

Si distinguono le seguenti forme cliniche:

  1. Vitiligine bilaterale e simmetrica interessa  circa il 35-40% dei casi della popolazione pediatrica
  2. Vitiligine acrofacciale nel 20-30% dei casi pediatrici
  3. Vitiligine focale nel 25-30% dei casi pediatrici.

La vitiligine non segmentaria tende all’estensione per tutto l’arco della vita ed è caratterizzata solitamente da lesioni limitate con lenta espansione, la sede di esordio è spessa rappresentata dagli angoli della bocca, dalle palpebre, dalla mucosa anale e genitale e dalle zone sottoposte a microtraumatismo come le prominenze ossee dei gomiti, le creste tibiali e il dorso delle dita delle mani e dei piedi. Il segno di Koebner, ovvero lo sviluppo di lesioni acromiche dopo traumi minori, che si ritiene associato alla fase attiva della malattia, è soprattutto evidente nei bambini specie nei mesi estivi, per piccoli traumi che si provocano giocando spesso nelle sedi dove la pelle non è protetta dagli abiti (vedi foto).

La familiarità per la vitiligine non segmentaria è stata riportata in circa il 15% dei casi.

2.Vitiligine segmentaria

La vitiligine segmentaria è caratterizzata da lesioni asimmetriche e localizzate all’interno di un dermatomero (porzione di superficie cutanea innervata da una singola radice sensitiva di un nervo spinale). Queste lesioni progrediscono rapidamente e nello spazio di uno-due anni si estendono a un solo dermatomero in circa il 90% dei casi e a più dermatomeri, in genere due, nei rimanenti. La sede più colpita è l’area del trigemino, seguita dal tronco, dal collo e dagli arti. La vitiligine segmentaria dei bambini, come anche la forma equivalente dell’adulto, raramente si associa a disturbi autoimmuni, a traumi psichici e fisici. La familiarità per la vitiligine segmentaria è stata riportata in circa il 10-15%.

Associazioni

La vitiligine nei bambini, nelle sue varie forme, risulta più raramente associata a disordini autoimmuni, in particolare quelli della tiroide, comunque è consigliabile eseguire sempre gli esami ematochimici per valutare la presenza delle varie malattie autoimmuni.

Per quanto riguarda l’associazione fra vitiligine in età pediatrica e altre patologie cutanee ricordiamo soprattutto dermatite atopica, alopecia areata e psoriasi.

La vitiligine nei bambini può essere preceduta in circa il 25% dei casi dalla comparsa del nevo di Sutton.

Diagnosi differenziale

  1. Nevo depigmentoso
  2. Nevo acromico (talora può essere difficile differenziarlo da una forma di vitiligine segmentaria  o da una vitiligine focale ad esordio precoce)
  3. Nevo anemico
  4. Piebaldismo
  5. Forma acromica della tinea versicolor
  6. Sclerosi tuberosa
  7. Pitiriasi alba
  8. Ipo/acromie post-infiammatorie
  9. Morfea
  10. Lichen scleroatrofico
  11. Lesioni acromiche della lebbra (rarissima nei nostri climi)
  12. Lesioni ipocromiche della fase tardiva della pinta (rarissima nei nostri climi)

Psiche e vitiligine

La vitiligine nei bambini pur avendo una prognosi migliore di quella dell’adulto, può avere un impatto sulla qualità di vita dei bambini e della sua famiglia, pertanto è sempre consigliabile una consulenza psicosomatica.

Prognosi

La vitiligine nei bambini ha una prognosi migliore di quella dell’adulto. La forma segmentaria è quella che ha una prognosi migliore nei bambini.

Fattori negativi per la prognosi sono rappresentati dalla presenza di familiarità per la vitiligine, dall’associazione con malattie autoimmuni, da una lunga durata delle lesioni, dalla presenza del segno di Koebner e dal coinvolgimento delle mucose.

Terapia

Come nell’adulto, anche nei bambini è importante inquadrare il tipo di vitiligine, le  possibili associazioni, l’impatto psicologico e soprattutto la fase in cui si trova la malattia (fase di attività o di stabilità o di ripigmentazione) e dopo una attenta osservazione clinica impostare un adeguato protocollo terapeutico (terapia controfasica).



Titolo assai provocatorio, scelto di proposito per parlare di un problema di pelle delicatissimo.

 

Finalmente grazie a personaggi famosi e coraggiosi, come la modella Winnie Harlow, la vitiligine è uscita dall’ombra e l’opinione pubblica verso questa malattia sta lentamente cambiando.

 

Tuttavia la vitiligine rimane spesso causa di vergogna e di un forte senso di disagio, arrivando talvolta a incidere anche notevolmente sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Infatti, sebbene la vitiligine solitamente non sia una malattia grave, è una patologia dalla forte connotazione estetica con inevitabili conseguenze psicologiche. Nondimeno, chi ne è colpito deve essere consapevole che può migliorare nettamente il suo stato di salute e quindi anche la qualità della propria vita.

 

Chi soffre di vitiligine, per prima cosa, dovrebbe essere seguito da un dermatologo specializzato e di fiducia, con molta esperienza, disponibile all’ascolto e alla comprensione. 

Grazie alle nuove conoscenze mediche e alla mia lunga esperienza professionale, sono in grado di affrontare e migliorare notevolmente la malattia e quindi lo stato di salute dei miei pazienti.

 

Come viene affrontata la vitiligine?

 

Ogni caso di vitiligine è diverso dall’altro. Importante è inquadrare il tipo, la fase della malattia, cercare e curare le cause scatenanti (psicosomatiche, genetiche e autoimmuni), valutare quanto la malattia incida sulla qualità della vita dell’individuo e alla fine proporre un protocollo terapeutico allargato e il più personale possibile.

 

Una volta compresa la dinamica della malattia, decidiamo un piano di trattamenti idoneo sulla base del tipo di vitiligine del paziente e sulla base della fase in cui si trova la malattia al fine di stabilizzare subito la patologia e in seguito di recuperare la pigmentazione.

Per riacquistare la pigmentazione è fondamentale la crema piperina, che è disponibile soltanto su ricetta.

Importante è anche impostare una terapia che punti a migliorare la situazione personale del paziente da un punto di vista psicosomatico. In questa direzione, suggeriamo di seguire una dieta e altri consigli che possono rivelarsi importanti e che propongo diversificati durante i vari momenti della terapia a seconda della fase della malattia.

 

I primi risultati sono possibili dopo 6-12 mesi di terapia. Talvolta è persino possibile raggiungere una guarigione totale. In qualsiasi caso, è indispensabile la collaborazione del singolo paziente che oltre a essere disposto a seguire le terapie mediche, dovrebbe esserlo anche a cambiare o a modificare stile di vita e alimentazione, imparando soprattutto ad affrontare situazioni che potrebbero essere fonte di forte stress.

 

Una diagnosi seria può essere effettuata solo tramite una visita personale presso il mio studio e vi chiedo di non chiedermi consultazioni via internet.

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Già alcuni testi sacri dell’India risalenti al 1500 a.C. sembrano parlare di vitiligine e riportano alcuni consigli per la sua cura, come quello di consumare alcuni alimenti e di astenersi da altri, senza però chiare evidenze sperimentali.

 

Recentemente alcuni studi hanno riscontrato che molti pazienti affetti da vitiligine presentano bassi livelli ematici di acido folico, vitamina B12, vitamina C, vitamina D e vitamina E. Pertanto, in questi casi, possono essere effetivamente utili alcuni consigli nutrizionali in modo da regolarizzare i livelli ematici di queste vitamine.

Tuttavia, come medico specialista per la cura della vitiligine, ricordo che l’integrazione dietetica di vitamine non è del tutto scevra da effetti collaterali anche importanti indotti da un sovradosaggio o da altre condizioni metaboliche, pertanto per quanto possa essere utile nei pazienti con vitiligine seguire alcuni consigli nutrizionali, questi devono avvenire sempre sotto controllo medico.

 

Acido folico e vitamine: una breve descrizione

 

L’acido folico è necessario per produrre globuli rossi e prevenire alcune forme di anemia.

Sono ricchi di acido folico alimenti alcuni tipi di verdura come asparagi, broccoli, spinaci e bieta, frutta come agrumi e kiwi, ma anche avocado, legumi, pane e pasta integrale, nonché carne e uova.

 

La vitamina B12 viene prodotta in natura da alghe, batteri e funghi, ma gli esseri umani non sono in grado di sintetizzarla da soli, risultando integrabile tramite una corretta alimentazione. Questa vitamina contribuisce alla sintesi del DNA e dell’emoglobina ed è fondamentale per tenere ai giusti livelli l’omocisteina, aminoacido che è stato messo in relazione con il rischio di sviluppare alcune malattie e che talvolta risulta aumentato nella vitiligine in fase di attività.

Sono ricchi di vitamina B12 alimenti come uova, carne, pesce, pollame e latte.

 

La vitamina C ha proprietà antiossidanti e rinforza il sistema immunitario.

Sono ricchi di vitamina C alimenti quali uva, fragole e agrumi.

 

La vitamina D è fondamentale per la salute delle ossa, del sistema nervoso e del cuore. Bassi livelli di vitamina D si trovano in molte malattie autoimmuni e anche nella vitiligine.

Il modo migliore per assicurarsi la dose giornaliera di questa vitamina è esporsi al sole (sempre in modo corretto). In questo modo il nostro corpo riesce a sintetizzarla.

Anche alcuni alimenti sono ricchi di vitamina D, come pesce, latte e uova.

 

La vitamina E è nota soprattutto per le sue proprietà antiossidanti.

Alimenti come oli vegetali, nocciole, pinoli e mandorle ne sono ricchi.

 

Se siete interessati a una valutazione del vostro quadro clinico e all’impostazione di una terapia chiamate il 335 81 99 360 o andate a questa pagina per richiedere un appuntamento e/o valutare le vostre esigenze.



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Vitiligine: persone famose

Nel mondo secondo le statistiche, tra 65 a 95 milioni di persone soffrono di vitiligine, da circa 600 mila a 1 milione in Italia. 

Qui c’è da chiedersi subito perchè le cifre dei malati di vitiligine non sono più esatte ?

La vitiligine non è una malattia pericolosa per la salute come alcuni tumori cutanei, non è contagiosa, non crea dolori ma si tratta ‘ solo ’ di un disturbo della pigmentazione dovuto alla distruzione dei melanociti.  Queste cellule  producono il pigmento della pelle e la loro distruzione comporta la comparsa delle chiazze bianche su tutto il corpo.

Proprio per questo, per creare attenzione sulla causa della vitiligine, ho scelto ‘un melanocita in vitro’ come logo per la mia attività medica.

Logo dott. claudio comacchi
Logo dott. claudio comacchi

 

Purtroppo viene completamente sottovalutata la sofferenza psicologica di chi ne soffre, dal sentirsi diverso, sfigurato, perfino svantaggiato nel mondo di lavoro e non accettato dalla società ancora poco informata.

Poche sono finora le ricerche scientifiche a breve e lungo termine, il trattamento non è ancora standardizzato e forse non lo sarà mai siccome la vitiligine è una malattia che non fa guadagnare le grande case farmaceutiche che volentieri sostengono gli studi per altre malattie finanziariamente più diffuse e pertanto più redditive.

La vitiligine è una malattia ‘ democratica ‘ che affligge la popolazione in tutto il mondo. 

Non distingue tra appartenenza etnica, età, sesso, persona ricca o povera, famosa o no.

Per fortuna, sempre più personaggi conosciuti del mondo dello spettacolo, dello sport eccetera non si vergognano più della loro malattia e ammettono pubblicamente di soffrire di vitiligine. In questo modo contribuiscono notevolmente a fare conoscere la vitiligine a un publico sempre più largo, ad abbassare le barriere sociali e creare comprensione per chi ne soffre.

C’è pure chi è riuscito a creare dalla vitiligine il proprio punto di forza come la bellissima modella canadese Winnie Harlow (vero nome Chantelle Brown-Young), nata a Toronto nel 1994. Winnie ha origini giamaicane e soffre di vitiligine dall’età di 4 anni. 

La ragazza ha passato un’infanzia piuttosto difficile. Da bambina, a scuola è stata brutalmente presa in giro dagli altri bambini a causa della sua malattia. 

La chiamavano ‘ mucca ’ e peggio e da adolescente soffriva di bulimia a causa dello stress subito. Però poi arriva il grande

cambiamento. Nel 2014 scoperta su Instagram diventa una delle ragazze di America’s Next Top Model ed era nata una stella unica nel mondo della moda. In solo pochi anni ha fatto una carriera strepitosa lavorando con tutti i grandi fotografi della moda per brand come Desigual, Nike, Diesel, Ashish e le sue foto sono state pubblicate su riviste come Vogue, Cosmopolitan e tanti altr

 

 

Poi chi non conosce Michael Jackson, il ‘ Re del Pop ’  (1958 – 2009). La musica Pop di oggi non sarebbe la stessa senza il fondamentale contributo di questo sensazionale musicista. Michel Jackson è l’artista sonoro che ha vinto più premi e riconoscimenti nella storia della musica Pop.

 

 

Se invece pensiamo all’arte visiva ci viene subito in mente il grande Andy Warhol (1928 – 1987), pittore, scultore, direttore della fotografia, regista, produttore sceneggiatore e attore americano. Anche lui afflitto di vitiligine. Questo però non gli ha impedito di diventare una delle figure predominante della ‘ Pop Art ‘ e uno dei più influenti artisti del ventesimo secolo. 

Pero anche in Italia troviamo persone molto conosciute con la vitiligine.

In primis ci viene in mente Francesco Maurizio Cossiga ( 1928 – 2010), ottavo presidente della Repubblica dal 1985 al 1992.

Francesco Cossiga cominciò a soffrire di vitiligine solo nel 1978, dopo aver saputo di un evento per lui in particolare

estremamente traumatico: la uccisione di Aldo Moro.

Questo terribile evento ha colpito profondamente tutti gli Italiani e causato la nascita della malattia all’ex presidente Cossiga.

Ultimamente una esponente molto conosciuta nel mondo televisivo, la fortissima Mara Maionchi, discografica e stimatissima giudice di X- Factor, ha scelto di dichiararsi pubblicamente malata di vitiligine dall’età di 25 anni. 

Parla apertamente delle sue paure e difficoltà di convivere con la malattia da tantissimi anni. Con questo atto di coraggio ha sicuramente raggiunto un publico molto ampio nel nostro paese e fornito speranza a tante persone che soffrono di vitiligine e ai loro famigliari.

Poi chi in Italia non conosce il grande Fratello e i suoi partecipanti ? 

Soffrono di Vitiligine anche Luca Onestini, concorrente del Grande Fratello Vip 2017,  l’ex tronista di ‘ Uomini e Donne ’ e Alex Migliorini, nuovo tronista gay stagione 2017/18 di  ‘ Uomini e donne ‘.

La lista delle persone famose afflitte di Vitiligine che lo hanno dichiarato pubblicamente  è molto lunga. 

Chi è interessato può aggiornarsi ulteriormente qui: 

http://25june.org/en/pages/famous_personalities [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]



Le terapie

considerate migliori per questo disordine cutaneo, vanno dalle fototerapie, alle terapie immunosoppressive locali e sistemiche, alle terapie integrative orali antiossidanti e molte altre ancora fino all’autoinnesto di melanociti (Tabella 1 in basso).

Nessuna di queste risulta tuttavia tanto efficace da costituire la terapia elettiva di questa patologia. La ragione di questa parziale inefficacia non è da attribuire solamente alla terapia scelta ma, a nostro parere, al mancato inquadramento clinico della vitiligine del singolo paziente.

E’ ormai chiaro che quando la vitiligine è in fase di peggioramento (fase di attività), le fototerapie hanno una bassissima probabilità di migliorare il quadro clinico, è anzi possibile che un eccesso di queste faciliti il fenomeno di Koebner causando l’insorgenza di nuove chiazze (molti pazienti riferiscono un peggioramento dopo l’esposizione solare o dopo un ciclo di fototerapia total body). Al contrario in fase di ripigmentazione è necessario insistere con trattamenti fototerapici che aiutino i melanociti a migrare nell’area affetta ricolorandola.

Sulla base di quanto detto sembrerebbe che l’approccio terapeutico adeguato alla vitiligine sia la combinazione di fototerapie a trattamenti immunosoppressivi, tuttavia questi ultimi non possono essere eseguiti per lunghi periodi ed inoltre non possono essere combinati a fototerapie in modo aggressivo.

Per questi motivi è necessario individuare la fase di attività che la malattia sta attraversando al momento della visita in modo da modulare gli approcci terapeutici e ottenere il miglior risultato possibile.

 

Un approccio terapeutico proporzionato alla attività clinica della vitiligine

Per la cura della vitiligine non esiste una sola ed elettiva terapia, ma piuttosto molteplici terapie, tese a diminuire la reazione immunitaria e a stimolare i melanociti residui di riserva a moltiplicarsi per ricolorare le chiazze  ipo/acromiche tipiche di questa malattia.

Un corretto protocollo terapeutico passa innanzitutto attraverso l’attenta visita di un dermatologo che sarà coadiuvato, se necessario, da altri specialisti (endocrinologo, immunologo/allergologo, psicologo, genetista, oculista).

Ciò al fine di individuare “le caratteristiche” della vitiligine di ogni individuo.

Infatti il dermatologo deve valutare:

▪Lo stato di attivazione della vitiligine. L’indice di attivazione (V.A.I. – Vitiligo Activity Index), è fondamentale per verificare se la malattia è in una fase stazionaria, in regressione o in peggioramento.

▪L’inquadramento genetico.

▪Il tipo di vitiligine e la sua estensione: generalizzata, acrofaciale, localizzata, segmentale e seborroica.

▪L’età del paziente.

▪Il fototipo del paziente (valutazione del colore della pelle e dei peli di ciascun individuo).▪L’associazione con altre malattie.

▪Presenza della reazione di Koebner.

▪Il coinvolgimento psicologico.

▪Alterazione della qualità di vita.

 

Il tutto anche attraverso esami del sangue tesi a scongiurare la presenza di altre malattie autoimmunitarie e dare un aiuto nella individuazione della terapia medica più appropriata.

Metodo di valutazione dello stato di attività della vitiligine.

E’ possibile  stabilire se la vitiligine sia in fase di attivazione (peggioramento) o meno, con il semplice esame clinico delle chiazze, individuando elementi clinico-morfologici che sono patognomonici dell’andamento clinico. Le chiazze di vitiligine infatti possiedono dei segni tipici  dello stato di peggioramento, di miglioramento e di stazionarietà.

Una volta individuati correttamente, questi segni permettono di stabilire l’andamento clinico della vitiligine del paziente.

Criteri clinico morfologici di valutazione delle chiazze vitiligoidee.

Delle varie conformazioni morfologiche delle chiazze vitiligoidee, alcune possono essere certamente imputate al grado di attivazione della malattia.

 

Ripigmentazione follicolare

Come ben noto, una chiazza che produce punti normo o iperpigmentati in zone perifollicolari, è una chiazza che sta producendo nuovi melanociti ed è quindi un segno di miglioramento fra i più comuni.

Questo fenomeno, detto ripigmentazione follicolare, è dovuto alla differenziazione e migrazione dei precursori staminali dei melanociti del follicolo pilifero. I precursori dei melanociti maturi sono siti nell’area cosiddetta bulge (area del rigonfiamento) della porzione permanente del follicolo pilifero, dalla quale si originano sia i melanociti epidermici che quelli del bulbo pilifero stesso.

A volte le chiazze di vitiligine più piccole, quelle di diametro di pochi millimetri, mostrano una diminuzione del diametro in quanto la ripigmentazione follicolare avviene al bordo della chiazza.

 

Deipigmentazione puntiforme

A volte è possibile osservare, subito al di fuori del bordo della chiazza, nella cute sana, delle depigmentazioni puntiformi  molto vicine al bordo. Questo fenomeno si manifesta durante il peggioramento della vitiligine, è infatti dalla confluenza di questi punti che la chiazza si allarga.

 

Delaminazione del bordo

La chiazza di vitiligine è caratterizzata per la presenza di un bordo netto dove improvvisamente si passa dal colore bianco della chiazza al colore normale della cute sana. A volte si nota invece un bordo il cui colore lentamente degrada dal colore della cute sana al bianco della chiazza. Questo fenomeno, denominato delaminazione del bordo è imputabile ad un peggioramento della vitiligine e la chiazza, senza trattamenti, è destinata ad aumentare il suo diametro.

Inoltre prurito nella zona affetta è un sintomo che, pur presentandosi raramente, è un indice di peggioramento.

Questi criteri di valutazione clinica riflettono molto fedelmente i recenti accadimenti (1-2 mesi circa) all’interno delle chiazze, essi sono dunque utili ad identificare la situazione di attivazione della vitiligine del paziente al momento della visita. Sulla base di questi criteri il GISV (Gruppo Italiano per lo Studio e la Terapia della Vitiligine) ha  prodotto il primo score di valutazione clinica di attività della vitiligine il V.A.I., un sistema di punteggio, che dà come risultato un valore numerico, al quale riferirsi per impostare la terapia (più immunosopprimente o maggiormente ripigmentante) o verificarne i risultati a distanza di tempo.

 

Conclusioni

L’attività clinica della vitiligine è un parametro fondamentale per la corretta impostazione della terapia da parte dello specialista consentendo anche un semplice sistema di follow-up. E’ dunque auspicabile che venga utilizzato anche per la comparazione delle varie terapie durante la loro valutazione scientifica.

L’identificazione del VAI è avvenuta da parte del nostro gruppo da circa un anno, durante il quale abbiamo testato la sua efficacia e correlabilità con l’andamento della vitiligine generalizzata, tuttavia è auspicabile che altri gruppi utilizzandolo confermino le nostre osservazioni.

Solo seguendo un metodo di indagine rigoroso è possibile realizzare un protocollo terapeutico mirato e dare così reali speranze di miglioramento ai pazienti affetti da vitiligine.

 

Tabella 1.

▪Le terapie della vitiligine

▪L-fenilalanina per uso topico + UVA/UVB▪Corticosteroidi topici▪Corticosteroidi intralesionali

▪Corticosteroidi sistemici

▪Kellina per uso topico + UVA▪Kellina cp + UVA

▪L-tyrosine a basso dosaggio per os o topica

▪L-dopa per os e per uso topico

▪Melagenina I + esposizione a raggi infrarossi

▪Melagenina II senza esposizione a raggi infrarossi

▪Alpha-MSH intralesionale o sostanze analoghe

▪Low-Energy Laser

▪Epidermoabrasione + Fluorouracil 5% per uso topico▪Acido paraminobenzoico cp

▪Pseudocatalase per uso topico▪Levamisole cp

▪Ciclofosfamide cp▪Ciclosporina A cp

▪Mechlorethamine per uso topico

▪Isoprinosine cp▪Cistina cp + elioterapia

▪Vitamina B 12, acido folico e acido ascorbico per os▪Laser ad eccimeri

▪Minoxidil 2% + PUVA terapia

▪PUVA terapia + alpha-tocoferolo per uso topico

▪PUVA terapia▪UVB 311 nm (narrow band)

▪UVB (broad band)▪Piperina crema


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