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La vitiligine: saperla riconoscere ed affrontare

Vitiligine

La vitiligine: saperla riconoscere ed affrontare

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La vitiligine: saperla riconoscere ed affrontare

La vitiligine è sicuramente una malattia complessa ed oggigiorno può costituire, forse molto più che in passato, un problema per chi deve conviverci tutti i giorni nella propria quotidianità specialmente a livello sociale  e relazionale.

Tuttavia chi ne è affetto non deve sentirsi condannato perché è una patologia con la quale, nonostante la sua problematicità, è possibile confrontarsi conseguendo un miglioramento cutaneo e quindi anche della qualità della vita. L’essenziale è procedere con il giusto inquadramento della vitiligine per impostare la migliore scelta terapeutica.

 

Che cosa è in parole semplici la vitiligine?

La vitiligine è una malattia che appartiene ai disordini della pigmentazione cutanea, caratterizzata dalla comparsa sulla cute di chiazze bianche causate dalla scomparsa o disattivazione dei melanociti responsabili in larga parte della produzione di melanina. Generalmente tali chiazze tendono a presentarsi sulle mani, sul volto, sulle aree genitali e i gomiti, ma non ne sono esenti tutte le altre parti del corpo.

 

La vitiligine colpisce sempre nello stesso modo?

No, esistono infatti varie forme di vitiligine. La più comune è quella definita generalizzata, detta anche simmetrica, bilaterale o volgare, che colpisce appunto bilateralmente e in maniera simmetrica più distretti cutanei, come nel caso della comparsa di una chiazza bianca sulla mano destra seguita immediatamente o contemporaneamente dall’insorgere di una medesima macchia sulla mano sinistra.

La vitiligine può essere classificata dunque secondo varie forme:

  • Generalizzata
  • Acrofaciale
  • Localizzata
  • Segmentale
  • Seborroica

Anche l’andamento clinico della vitiligine risulta peculiare in quanto presenta fasi di peggioramento, di stazionarietà e persino di ripigmentazione anche spontanea. Generalmente insorge e peggiora nel periodo primaverile o estivo.

 

Chi può essere colpito dalla vitiligine?

La vitiligine colpisce circa l’1% o il 2% della popolazione, senza differenze di sesso e purtroppo nemmeno di età, perciò anche i bambini possono soffrire di vitiligine. Secondo le statistiche la familiarità incide tra il 10% e il 15%.

 

Che cosa causa la vitiligine?

Potremmo paragonare la vitiligine ad un mosaico antico del quale fino ad oggi siamo stati in grado di recuperare alcuni tasselli, i quali, nonostante non siano tutti, ci permettono comunque di comprendere in parte quale immagine essi vadano a comporre.

Le ricerche compiute ci permettono di formulare tre principali ipotesi patogenetiche della vitiligine:

  • Patogenesi autoimmune.
  • Poiché spesso la vitiligine risulta associata a malattie autoimmuni quali la tiroidite di Hashimoto, la gastrite autoimmune o la celiachia in forme fruste, è considerata nella maggior parte dei casi come risposta autoimmunitaria, nonostante differisca alquanto da questo tipo di malattie per quanto riguarda l’andamento clinico. Ricordiamoci che il nostro “esercito” immunitario sa soltanto attaccare e può colpire persino noi stessi con alcuni “battaglioni” che non risultano, come invece dovrebbero essere, correttamente disattivati o eliminati e tra questi, quelli in grado di danneggiare i melanociti, possono essere lasciati silenti e quindi non disattivati completamente.
    A giocare un ruolo essenziale nel manifestarsi della malattia e quindi dell’attivazione del sistema autoimmunitario sono fattori scatenanti quali stress o traumi psicologici, malattie infettive o virali, disturbi ormonali o traumi cutanei.
  • Patogenesi neurale
    Studi dimostrano che uno squilibrio di produzione di neurotrasmettitori a livello delle terminazioni nervose cutanee può comportare un danno ai melanociti.
  • Patogenesi autocitotossica
    È stato dimostrato che il possibile intervento di un metabolita intermedio nella sintesi della melanina può risultare tossico e quindi danneggiare il melanocita.

 

È possibile prevenire la vitiligine?

È certo che rafforzare il proprio sistema immunitario con prodotti naturali come ad esempio l’echinacea è corretto e di aiuto nella vita quotidiana. Però di fatto non è possibile prevenire la vitiligine ossia impedirne l’insorgenza. Si può piuttosto limitare i danni di questa patologia e consigliare ai pazienti affetti da vitiligine di fare attenzione a non sottoporsi a traumi cutanei come le ustioni solari, le cerette a caldo o i peeling troppo forti se non addirittura di grado medio in fase di attività della vitiligine.

 

Devo temere perciò ogni chiazza bianca sulla pelle?

No, poiché non tutte le chiazze che si presentano sulla cute sono segno di vitiligine. È sempre bene comunque far esaminare le chiazze bianche che compaiono soprattutto se sospette da un dermatologo. Si può comunque trattare di segni dovuti a fotoinvecchiamento cronico oppure di pitiriasi versicolor, il cosiddetto “fungo del mare”.

 

Affrontare la vitiligine è dunque possibile?

Sì, è possibile confrontarsi con essa ed affrontarla. È la stessa malattia del paziente ad indirizzare il medico verso la migliore scelta terapeutica per quel determinato caso.

Le macchie non sono pagine bianche ma un vero e proprio libro scritto che ci permettono di interpretare la patologia e di comprendere la fase nella quale essa si trova, se in attività, se inizia a svilupparsi o in stadio di stabilità o di miglioramento.

Dall’osservazione morfologia delle chiazze noi del GISV abbiamo creato un indice di valutazione dell’attività della vitiligine, VAI, Vitiligo Activity Index, che prende in considerazione quattro aspetti principali delle chiazze:

  • Depigmentazione puntiformePunti depigmentati molto vicini al bordo della chiazza sono indice di allargamento ed espansione della chiazza.
  • Delaminazione del bordo Il passaggio non netto tra la chiazza bianca e la cute sana è segno di peggioramento.
  • StabilitàLe chiazze sono caratterizzate da un bordo piuttosto netto.
  • Ripigmentazione follicolareLa comparsa di zone normo o iperpigmentate in zone limitrofe ai follicoli piliferi è segno di miglioramento.

Sulla base di tali informazioni rilevabili da una attenta analisi delle chiazze è possibile impostare la migliore terapia.

 

Come viene impostata la terapia?

Il dermatologo considera per scegliere l’approccio terapeutico più idoneo:•Lo stato di attivazione della vitiligine grazie alla guida del VAI

L’inquadramento genetico

  • Il tipo di vitiligine e la sua estensione
  • L’età del paziente
  • Il fototipo del paziente
  • La presenza di altre malattie nel paziente e nei familiari
  • La presenza della reazione di Koebner
  • Lo stile di vita e l’alimentazione
  • Il coinvolgimento psicologico

L’alterazione della qualità della vitaUtile può essere la consulenza di altri specialisti soprattutto nel caso in cui la vitiligine si presenti in concomitanza con altre malattie e quindi possono collaborare endocrinologi, psicologi, psichiatri, nutrizionisti ed anche naturopati. Ricordiamoci che la cute fa parte di un individuo nella sua totalità ed in medicina un approccio olistico risulta migliore.

 

Qual è dunque la migliore scelta terapeutica per affrontare la vitiligine?

La terapia va impostata in base al quadro di attività clinica della malattia e quindi risulta essenziale l’indice di attivazione della vitiligine del VAI. Nessuna scelta terapeutica risulta in assoluto la più efficace o quella definitiva, in quanto ogni terapia è idonea solo per alcune fasi dell’evolversi della vitiligine. Il percorso terapeutico è sempre medio-lungo con controlli periodici in studio a distanza generalmente di tre-sei mesi e con protocollo terapeutico da eseguire a casa propria. L’osservazione delle macchie è compiuta sotto la luce di Wood che ci permette di far risaltare le chiazze, anche quelle meno evidenti.

Si eseguono fotografie delle chiazze per osservarle con attenzione e seguire lo sviluppo della malattia. In seguito si procede con:

  • Terapia immunosoppressiva locale o sistemica (solitamente il cortisone o la calcineurina)
    in fase di attività e peggioramento della malattia per bloccare l’espandersi della vitiligine
  • Terapie ripigmentanti come la fototerapia ad UVB a banda stretta generalmente localizzata, in fase di stabilità già presentata dal paziente al momento della visita o ottenuta tramite terapia precedente
  • Terapia integrativa orale antiossidante in associazione alla fototerapia in fase di stabilità e ripigmentazione
  • Terapia topica o sistemica con l’impiego di piperina, una crema a base di pepe nero in grado di stimolare i melanociti, volendo associata alla fototerapia, in fase di stabilità e ripigmentazione

È possibile guarire completamente dalla vitiligine?

La vitiligine è una malattia complessa e non facile da curare. Purtroppo non possiamo promettere miracoli ed è necessario ricordarci che ogni caso è diverso e che bisogna essere pazienti e costanti.Considerato questo, ci sono pazienti che non presentano ricadute anche da dieci anni, spesso perché la vitiligine è stata individuata in uno stadio iniziale e perché hanno avuto la costanza e la perseveranza di sottoporsi alle terapie. Molti presentano notevoli miglioramenti e sono riusciti a controllare l’evoluzione della malattia, grazie ad un protocollo terapeutico adeguato.In caso di altri pazienti si è rivelato più difficile migliorare la condizione cutanea; è certo che è compito del medico continuare a seguirli e da parte del paziente non abbattersi.

Spesso ad ottenere i migliori risultati sono coloro che presentano la vitiligine con una forte componente psicosomatica e quindi comparsa a seguito di un trauma psicologico o di un forte stress. In questo caso i bambini rispondono meglio alle terapie dermatologiche.Inoltre si consideri che ci sono parti del corpo che danno maggiori risultati quali volto, collo e decolté, mentre le falangi delle mani, i piedi e le aree genitali rappresentano zone più ostiche. Il medico deve sempre cercare di migliorare la qualità di vita del paziente e sulla base della mia esperienza ho visto pazienti che, pur con una vitiligine ancora estesa, sono riusciti a migliorare la propria cute sulle mani e sul volto ed essere per questo felici e più sicuri nella propria vita.

Se siete interessati ad una valutazione del vostro quadro clinico e all’impostazione di una terapia contro la vitiligine chiamate il 335 81 99 360 o andate a questa pagina per richiedere un appuntamento e/o valutare le vostre esigenze.

Dottor Claudio Comacchi

DOTTOR CLAUDIO COMACCHI DERMATOLOGO – TRICOLOGO – DERMOCHIRURGO Specialista in Dermatologia e Chirurgia Master in Scienze Tricologiche Mediche e Chirurgiche Master in Dermochirurgia. Amo il mio lavoro come medico e dermatologo. Considero ogni mio paziente un’individuo, una persona unica e speciale. Aiutare, migliorare e curare chi mi si presenta davanti è lo scopo della mia vita professionale. Sono nato a Firenze il 21 Aprile 1957. Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Firenze il 12 di Aprile 1986. ho ottenuto il Diploma di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia, presso l’Università di Firenze, il 15 Luglio 1992. ho conseguito un Master in Scienze Tricologiche, Mediche e Chirurgiche, sempre presso l’Università di Firenze. sono iscritto nell’ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze dal 10 Giugno 1986. Eseguo la mia professione come dermatologo e tricologo nel mio studio privato a Firenze in via Mannelli 177 e presso l’Ecomedica di Empoli. Questo è il mio curriculum vitae in breve. Per ulteriori informazione e contatti vedi sul mio sito ‘contatti’ e ‘curriculum’.

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